Morbillo: perché l’epidemia di Milano è un campanello d’allarme per tutta la nazione

In Italia 334 casi nel 2025. Perché è importante vaccinarsi, proteggere i più fragili e controllare il proprio stato vaccinale prima dei viaggi.

Il morbillo, una delle malattie infettive più contagiose, non è scomparso: continua a circolare anche nel nostro Paese, ricordandoci che non si tratta di un ricordo del passato.

Secondo i dati della sorveglianza nazionale, dall’inizio del 2025 sono stati segnalati 334 casi di morbillo, con un aumento significativo nei mesi più recenti. Solo a maggio sono stati notificati 65 casi, quasi il doppio rispetto ad aprile.
Questo incremento potrebbe essere legato agli spostamenti durante le festività primaverili e rappresenta un campanello d’allarme in vista dell’estate, periodo in cui aumentano i viaggi e i contatti tra persone.

Un focolaio a Milano: cosa ci dice

Tra le situazioni più rilevanti c’è quella di Milano, dove è stato identificato un focolaio con 32 casi confermati, di cui 27 legati allo stesso ceppo virale (genotipo B3). L’età mediana dei casi è di 36,5 anni e la maggior parte delle persone colpite non era vaccinata.

Un dato particolarmente preoccupante, se si considera che in Lombardia la copertura vaccinale infantile è elevata, con oltre il 96% dei bambini vaccinati con la prima dose (13-15 mesi) e più del 93% con la seconda dose (a 6 anni).
Tuttavia, anche piccoli gruppi di persone non vaccinate possono alimentare la circolazione del virus.

Chi colpisce il morbillo oggi

A livello nazionale, il bollettino “Morbillo & Rosolia News” di giugno 2025, redatto dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alla rete MoRoNet, mostra chiaramente che il morbillo colpisce soprattutto chi non è protetto dal vaccino:

  • il 90% dei casi ha riguardato persone non vaccinate,

  • quasi l’80% dei contagi ha coinvolto persone con più di 15 anni, molte delle quali non immunizzate o protette solo da una singola dose.

A preoccupare è anche la fascia dei bambini sotto i cinque anni, che continua ad avere l’incidenza più alta e risulta particolarmente vulnerabile alle complicanze.

I più piccoli vanno protetti con l’immunità di comunità

I lattanti sotto l’anno di età, troppo piccoli per ricevere il vaccino (la prima dose è raccomandata a partire dai 12 mesi), possono essere protetti solo se le persone intorno a loro sono vaccinate.
La protezione di gruppo è quindi essenziale per tutelare i più fragili.

Il morbillo non è una malattia lieve

Oltre ai sintomi più noti, il morbillo può causare complicanze serie in circa un terzo dei casi, come: epatite o aumento delle transaminasi, polmonite, 

cheratocongiuntivite, otite media, insufficienza respiratoria, laringotracheobronchite, stomatite, diarrea, convulsioni, trombocitopenia.

Sono stati segnalati anche tre casi di encefalite nel 2025: due in adulti e uno in un preadolescente, tutti non vaccinati.

Vaccinarsi: la protezione più sicura ed efficace

La vaccinazione è il mezzo più efficace per proteggersi dal morbillo.
Il ciclo raccomandato prevede:

  • una prima dose tra i 12 e i 15 mesi

  • un richiamo tra i 4 e i 6 anni

Il vaccino garantisce una protezione stimata del 93% dopo una dose e del 97% dopo due dosi.
Raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ≥95% è fondamentale per bloccare la circolazione del virus e proteggere chi non può essere vaccinato.

Attenzione ai viaggi

Circa il 20% dei casi registrati nel 2025 è stato associato a viaggi internazionali.
Gli esperti raccomandano di controllare il proprio stato vaccinale prima di partire, per evitare di contrarre o diffondere la malattia.

Un gesto di responsabilità

Vaccinarsi significa proteggere sé stessi e la comunità.
È un atto semplice ma potente, che permette di evitare complicanze, ricoveri e sofferenze legate a una malattia che oggi possiamo prevenire.
La salute di tutti passa anche dalle scelte di ciascuno di noi.

Fonti:

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